«All’inizio avevo ignorato quelle richieste, sembrava solo uno dei tanti falsi profili che girano su Facebook. Poi però tutto si è trasformato un incubo». Tommaso è un ragazzo di Prato, ha 23 anni e due profili su Facebook e Skype collegati tra loro. Ed è proprio sul web che è stato vittima di un ricatto hard che nulla aveva a che vedere con lui. «Tutto è iniziato quando, dopo una videochiamata di gruppo su Skype con alcuni amici.
Mi era arrivata la richiesta d’amicizia su Facebook di una donna che diceva di vivere a Londra e che diceva di trovare i miei contenuti social interessanti. Pensando che fosse un fake, ho eliminato la richiesta» – racconta il giovane a La Nazione – «Poi, però, mi è arrivata la richiesta di contatto su Skype dalla stessa persona, che diceva di conoscere i miei parenti, i miei amici e dove ho studiato. Era tutto vero, di fatto si era impossessata dei miei dati personali». Poco tempo dopo, Tommaso diventa vittima di un incredibile ricatto hard: un fotogramma di un video pedopornografico viene ritoccato con il suo volto e quel contatto, su Skype, gli chiede 500 euro per evitare che il fantomatico video finisse su YouTube. «Voleva che spedissi i soldi tramite la Western Union in Costa d’Avorio, mi sono rifiutato ed ha abbassato le proprie pretese fino a 100 euro» – ha spiegato il ragazo – «Io però ho denunciato tutto alla polizia postale e da allora non ho più avuto simili richieste. A molti conoscenti è successa la stessa cosa. A me è andata bene, ma cosa succederebbe se in queste trappole cascassero bambini o anziani? Consiglio a tutti di denunciare subito tutto».
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